13 Nov Il mercato dei fluidi per metalworking in Europa
La domanda globale di fluidi per la lavorazione metalli nel 2012 fu approssimativamente pari a 2,2 milioni di tonnellate. Questo volume rappresenta un mercato essenzialmente piatto comparato al 2007 quando la domanda fu all’incirca di 2,3 milioni di tonnellate. L’Europa con Russia e Turchia rappresenta il 26% della domanda totale. L’Asia è il mercato più grande con il 42% circa, seguita dal Nord America con il 28%.
Globalmente, i fluidi per l’asportazione metallo (o refrigeranti) rappresentano più della metà del consumo totale di fluidi per il metalworking. I fluidi per la formatura metalli, che includono gli oli per laminazione, per imbutitura e stampaggio e i fluidi per forgiatura rappresentano il 30% della domanda totale. I fluidi protettivi contano il 12% e quelli per il trattamento termico il 9%.
Il consumo dei fluidi per lavorazione metalli in Europa ha segnato un aumento dell’1,5% nel 2013 sul 2012. La presenza di una industria automobilistica importante determina il consumo di fluidi per il metalworking nei principali mercati Europei, che includono Russia, Germania, Francia, Italia e Regno Unito. Questi cinque mercati rappresentano il 72% della domanda nella regione. Oltre a ciò, la Russia è uno dei produttori principali al mondo di acciaio e alluminio, la Germania ha una quota rilevante della produzione europea di metalli, e il Regno Unito possiede una vivace industria aerospaziale e navale. Tutto quanto sopra contribuisce alla domanda di fluidi per la lavorazione metalli.
I fluidi per asportazione, la principale categoria con il 56% dei volumi e del valore, insieme ai fluidi protettivi, mostrano la crescita più forte in Europa. I fluidi per la formatura mostrano una crescita moderata e i fluidi per il trattamento metalli sono calati lentamente a causa dei costi innescati dall’aumento delle polizze per la sicurezza antincendio che hanno favorito il passaggio dagli oli interi minerali ai fluidi sintetici. Questo passaggio a sua volta dovrebbe ridurre il consumo generale dei fluidi per il trattamento metalli.
Domanda di additivi
Il consumo globale di additivi per metalworking conta in circa 575.000 tonnellate. Le principali categorie di additivi includono gli inibitori di corrosione, gli emulatori, i riduttori di attrito e gli agenti per estreme pressioni. Tutte assieme queste 4 categorie rappresentano l’80% della domanda totale di additivi per il metaworking. I cambiamenti negli additivi sono governati principalmente da considerazioni legate alla salute, alla sicurezza e all’ambiente. Per esempio, l’utilizzo di cloro paraffine a catena molecolare corta è ristretta o completamente vietata. Questi additivi sono stati sostituiti da molecole a catena media o lunga. Comunque le sostituzioni non sono state così efficaci nel fornire una protezione adeguata alle estreme pressioni. La conseguenza è stata una crescita della quantità di additivi. I composti di fosforo e zolfo sono stati utilizzati come sostituti, ma essi stessi comportano delle problematiche. Il fosforo promuove l’attività batterica mentre lo zolfo ha un odore spiacevole.
Oltre alle cloro paraffine è stato ristretto in generale l’utilizzo di metalli. C’è anche una riduzione nell’utilizzo delle ammine secondarie e dei biocidi donatori di formaldeide. Questi fattori legati a salute, sicurezza ed ambiente sono in campo da almeno 10 o 15 anni. Comunque, se le restrizioni non sono nuove, la riduzione dell’impiego delle molecole indesiderate globalmente è stato piuttosto lento.
Lo sviluppo di nuovi prodotti in Europa in particolare sono principalmente focalizzati allo sviluppo di nuove tecnologie per l’introduzione del REACH e altri regolamenti. La maggior parte dei nuovi prodotti lanciati in Europa recentemente sono basati su:
- Tecnologie boro, cloro, e ammine free
- Tecologie legate alle ammine cicliche
- Tecnologie prive di etichettature di rischio
- Emulsione di oli base di gruppo II e III
- Fluidi con un minore potere macchiante
- Materiali vegetali base esteri
Tutte le aziende europee devono seguire la legislazione Reach che si applica agli ingredienti utilizzati per la produzione dei fluidi per la lavorazione metalli. In particolare il REACH è più problematico per i fluidi emulsionabili rispetto agli oli interi, a causa del maggior numero di ingredienti nella loro formulazione. Altri regolamenti che influenzano i produttori di fluidi per il metalworking e sono seguite in tutti i paesi dell’Unione Europea include la “direttiva sui battericidi” e l’adaptation to technical progress.
Produttori
In Europa le vendite di fluidi per metalworking sono dominate da 4 aziende: Houghton, BP Castrol, Fuchs e Quaker. Dopo l’acquisizione dalla Shell nel 2012 del settore metalworking, Houghton è diventata il leader di mercato in Europa. Comunque, prese tutte assieme, queste quattro aziende raggiungono a malapena il 40% della produzione europea. Questa struttura produttiva frammentata è dovuta al fatto che l’industria dei fluidi per metalworking comprende una vasta gamma di prodotti che riflettono la grande varietà di lavorazioni, materiali utilizzati, condizioni operative, prestazioni richieste e altri fattori. L’assenza di prodotti standardizzati implica che l’industria non ha significative economie di scala, la conseguenza è una base produttiva frammentata.
Prospettive
Oltre alla ripresa dalla recessione e la continua crescita dei settori automobilistico, dei macchinari e dei metalli primari in molti paesi europei, gli eventi chiave che guideranno la crescente produzione industriale sono i progetti infrastrutturali in Russia, Polonia, Romania, Bulgaria e Turchia. Un fattore addizionale è il settore delle costruzioni di immobili nel Regno Unito, che ha visto una crescita positiva dalla seconda metà del 2013. Sulla base di una ricerca in corso tra produttori ed utilizzatori finali, Kline prevede una crescita moderata nell’industria del metalworking, con il consumo globale che raggiungerà 2,4 milioni di tonnellate nel 2022. Mentre superficialmente l’industria sembra essere matura, sono in corso diversi trends interessanti:
- Cambio dei fluidi base: a causa dei problemi di disponibilità, l’uso di basi API di gruppo I è in calo, e l’uso di basi hydrocracked è in crescita. Questo cambiamento porterà a vantaggi e svantaggi. Basi minerali di gruppo II/III e oli vegetali stanno entrando in molte formulazioni.
- Crescita degli oli interi: i fluidi solubili in acqua sono preferiti a causa dei loro minori costi di esercizio. In ogni caso presentano diversi problemi di gestione. Gli oli interi sono più facili da mantenere, durano di più e sono più semplici da riciclare. Al contrario i fluidi emulsionabili possono essere costosi da utilizzare se si considerano i costi del trattamento e del riciclo.
- Trends manufatturieri: La tendenza all’outsourcing dei paesi sviluppati sta diminuendo e potrebbe invertirsi a causa della recessione che ha creato un cambio nel modo di pensare dei paesi ricchi. C’è un desiderio accresciuto di proteggere il settore manufatturiero per trattenere conoscenze e crare lavoro.
Inoltre i maggiori costi di logistica, le complessità dei trasporti, il furto delle proprietà intellettuali, i crescenti costi del lavoro, la minor produttività e (in Cina) un apprezzamento della valuta rendono l’esternalizzazione delle produzioni sempre meno attraenti. L’inversione della delocalizzazione avrà due effetti. Per prima cosa l’attività manufatturiera nei paesi industrializzati si stabilizzerà o crescerà con un corrispondente impatto sul consumo dei fluidi per la lavorazione metalli. Per seconda cosa i produttori a basso costo asiatici cercheranno di salire sulla catena di valore globalizzando le loro attività per continuare a crescere. Questo li costringerà a modernizzare i loro processi produttivi e prestare maggiore attenzione a salute, sicurezza e fattori ambientali. A sua volta questo creerà l’opportunità di commeercializzare fluidi per il metalworking di maggiore qualità, perfino in mercati di bassa qualità.
(tratto da Lubes’n’greases Europe – Novembre 2014)
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