Il punto d’infiammabilità e quello di accensione servono fondamentalmente a determinare le caratteristiche di infiammabilità di un olio.
Il punto di infiammabilità è la temperatura minima alla quale si è liberata dall’olio una quantità di vapori d’olio sufficiente a formare una miscela di vapori e aria che brucia se viene a contatto con una fiamma. La combustione della miscela a questa temperatura ha soltanto una durata istantanea.
La determinazione del punto di infiammabilità consiste essenzialmente nel riscaldare con determinati incrementi costanti l’olio contenuto in un piccolo recipiente chiuso (vaso chiuso, ASTM D 93) o aperto (vaso aperto, ASTM D 92) e nell’avvicinare, ad intervalli di temperatura regolari e determinati, una fiammella alla superficie dell’olio, fino ad ottenere un breve lampeggiamento al momento in cui i vapori emessi dall’olio si infiammano istantaneamente. Il punto di infiammabilità in vaso chiuso è sempre più basso (avviene a temperatura inferiore) di quello in vaso aperto.
Il punto di accensione è la temperatura minima alla quale continuano a liberarsi dall’olio tanti vapori da poter mantenere la combustione (non più istantanea) almeno per cinque secondi. Il punto di accensione di un olio lubrificante è così strettamente collegato con il suo punto di infiammabilità in vaso aperto che in genere non viene neppure determinato. Normalmente per i prodotti commerciali il punto di accensione è più alto di circa 30°C del punto di infiammabilità in vaso aperto.
Il punto di infiammabilità e il punto di accensione non devono essere confusi con la temperatura di autoaccensione che è la temperatura alla quale la combustione avviene spontaneamente senza che vi sia nessuna fonte esterna di innesco.
Prodotti con alto punto di infiammabilità possono avere basse temperature di autoaccensione e viceversa.