Se un olio lubrificante viene raffreddato, esso arriverà, ad un certo punto, a non essere più capace di scorrere sotto l’azione del proprio peso; ciò è dovuto essenzialmente all’aumento di viscosità che accompagna qualunque riduzione di temperatura od alla formazione di cristalli della paraffina contenuta in soluzione nell’olio: tali cristalli legano, per così dire, alla massa dell’olio non permettendo più a questa di scorrere.
E’ chiaro che nella maggior parte delle applicazioni un olio che non può più scorrere a bassa temperatura non potrà fornire una sufficiente lubrificazione. La temperatura alla quale capita questo coincide con il cosiddetto punto di scorrimento che è la più bassa temperatura alla quale un olio può ancora essere versato dal recipiente in cui si trova.
Come abbiamo già detto, capita spesso che, raffreddando determinati tipi d’olio, si vengano a formare dei cristalli di paraffina prima che il prodotto abbia raggiunto il punto di scorrimento. La formazione di questi cristalli appare nella massa d’olio come una nebbia e, per questo, la temperatura corrispondente è detta punto di nebbia. Quest’annebbiamento dell’olio non dev’essere tuttavia confuso con quell’aspetto opaco che assume un olio emulsionato con acqua.
La determinazione di queste caratteristiche a freddo degli oli lubrificanti si esegue con due diversi metodi: ASTM D 97 per il punto di scorrimento e ASTM D 2000 per il punto di nebbia.
Entrambi i metodi consistono essenzialmente nel raffreddare, in maniera costante, in determinate condizioni e con apposita apparecchiatura, l’olio in esame e nel rilevarne, a condizioni previste per le due caratteristiche.. I risultati vengono espressi in °C.